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mercoledì 18 settembre 2013

Insieme fino all'ultimo...

Io e Artemide siamo fresche di un'esperienza intensissima che desideriamo condividere con voi. La morte della mia gatta Martina, avvenuta sabato 14 Settembre.
Artemide aveva perso la sua Trilli due anni fa e la sua e la mia esperienza di accompagnamento alla morte ci ha fatto fare molte riflessioni.
Sappiamo che l'argomento è delicato, ma sappiamo anche che arriverà a chi ha il cuore aperto per poter comprendere e accettare.


Martina soffriva da tempo di insufficienza renale e veniva curata con omeopatia e floriterapia. Poi il lento degenerare, lo scarso appetito e i problemi con urina e popò.
Nel mese di Agosto era dimagrita tantissimo e anche lei non era più la stessa. L'ultima settimana è stata dura, per me e per lei. Era una gatta aggressiva con gli estranei
e non poteva essere visitata da un veterinario, consultavo il nostro solo per telefono. Avevo già avuto esperienza di accanimento terapeutico con la mia siamesona di molti anni prima e avevo già imparato molte cose. Prima fra tutte, che il gatto va assecondato nella sua indole e che non è guarigione a tutti i costi. Se il gatto è aggressivo è per paura ed è solo dannoso 
fargli prendere dei traumi, non può che peggiorare il suo stato di salute.
Così in quei giorni ho dovuto essere molto forte. Sia perché potevo aspettarmi di vederla soffrire e sia perché dovevo farmi scivolare i mille consigli che arrivavano.
È normale che ci si senta dire che bisognerebbe insistere e farla visitare, che bisogna ancora provare a farle delle flebo (Martina non permetteva nemmeno che le si guardasse in bocca...) che forse è meglio farla sopprimere, che bisogna tentare ancora di farla mangiare... bere... Tutto questo è suggerito bonariamente, ma va del tutto contro quello che ho imparato sulla mia esperienza. Quindi diventa faticoso scacciare via i dubbi e i sensi di colpa, ma ce l'ho fatta, e quanto ne sono contenta!
L'ultima settimana è stata intensa, brutale ma anche dolcissima. Martina dormiva solo più sul terrazzo, lei che era sempre stata freddolosa e le notti di Settembre sono ormai così fresche... Era penoso svegliarsi e trovarla su quello stesso angolo della panchina. Ma ho capito solo dopo, che qualunque motivo fisico l'avesse portata a farlo, era anche un modo per abituare me alla sua assenza sul mio letto. Gli ultimi 4 giorni aveva preso a miagolare e basta, non dormiva nemmeno più! Si calmava solo se la tenevo fra le mie braccia e camminavo per la casa. Sapevo che non era sofferenza fisica proprio perché si lasciava prendere e perché faceva ron ron. Così ho passato tre notti insonni con lei, a guardare le stelle dal suo amato terrazzo. Se la mettevo giù miagolava forte e cercava di scappare. Forse alla ricerca di un cantuccio dove andare a morire...
Mi sono presa tre giorni di assenza dal lavoro e anche qui ho ricevuto un insegnamento grande. I primi due giorni a casa con lei, ho continuato a lavorare sul pc. Il terzo giorno avevo finito il materiale a cui dedicarmi e stavo per telefonare in ufficio per farmene mandare dell'altro. Ma... mi sono fermata un momento e ho riflettuto. Cosa stavo facendo? Non riuscivo proprio a staccarmi davvero?
Finalmente avevo capito che la mia gatta aveva bisogno di me ora per ora.
Poi la decisione, con Artemide, la portiamo in campagna a casa dei nonni del mio compagno, un posto che lei adorava e dove aveva passato 5 giorni in Agosto bellissimi, era quasi rinata!
Quando siamo giunti lì ormai non si reggeva più in piedi. Abbiamo passato un'intera giornata sotto un bel Prunus, su un prato tagliato di fresco, con una giornata mite bellissima, lontane da tutto e tutti. Abbiamo visto che tutto quello che faceva era molto vicino ad un gatto appena nato o ad un neonato umano. Non aveva un buon odore, per dirla con un eufemismo, ma a noi non fregava niente, abbiamo continuato a coccolarla fino all'ultimo.
Le ore passavano ed era sempre più evidente che si avvicinava il momento della fine. Avevamo un po' paura ma avevamo anche tanta fiducia.
L'ultimo saluto anche da parte del mio compagno che lavorava lontano, con l'auricolare nel suo orecchietto. L'udito è l'ultimo dei sensi a spegnersi... E alle 23 è arrivato il momento...
Una boccata grande grande per cercare di prendere quella poca aria che poteva, e subito dopo uno zampettìo veloce veloce come un cavallino al trotto... Ultimo respiro... stop.
"Artemide, l'aldilà esiste!!!" ho detto alla mia amica piangendo e sorridendo... quel muoversi veloce e sereno delle zampe sembrava davvero una corsa verso un mondo nuovo agognato e bellissimo.
È così che la penso ora. Grazie Martina, mia grande maestra.

Flora
Flora e Martina


Grazie Flora per aver voluto condividere questo evento importante con me.
Chi ama i propri animali non sempre accetta di assecondare il loro naturale modo di affrontare la fine della loro vita terrena. Ragioniamo con la nostra testa umana, tralasciando che potrebbe non essere la cosa più giusta per loro. Il fatto che non possano esprimersi a parole su ciò che veramente desiderano non ci dà il diritto di decidere per loro. 
In questi anni di convivenza con i miei gatti ho imparato ad osservarli, rispettarli e capire quanto siano esseri senzienti speciali e naturalmente e saggiamente diversi da noi. Quanto siano grandi maestri perché molto più in armonia con la natura e la vita rispetto a noi umani.
La mia gattina Trilli ha atteso la sua fine sonnecchiando e facendo le fusa e i suoi prrrrtttt, quando entravo nella stanza, esattamente come quando stava bene, fino all'ultimo. Trascorrere gli ultimi giorni con lei è stato un tempo prezioso e un grande insegnamento che mi ha permesso di vedere la morte come un evento di serena e naturale attesa. Grazie mia piccola Trilli!
Così, forte di questa esperienza, se pur triste e dolorosa, ho potuto sostenere e accompagnare Flora e la sua Martina in questo meraviglioso spazio di tempo unico e surreale.
Non pensiamo che facendo loro una bella puntura o facendoli torturare fino all'ultimo in cliniche o presso veterinari sia giusto. Lo è solo per placare il nostro senso di colpa per dirci "ho fatto tutto quello che potevo per farla/lo stare bene fino all'ultimo", ma non nel rispetto della natura del nostro animale.
Lui ci ama incondizionatamente, ha scelto noi, si affida a noi e così facendo lo tradiamo e lo abbandoniamo. Ci hanno insegnato a fuggire dalle nostre paure, ma lasciatemi dire che per quanta paura faccia assistere un malato terminale (ovviamente non con dolore fisico), la cosa migliore da fare è non negare al vostro animale il vostro tempo di amore proprio quando ne ha più bisogno.
Rassicurate la vostra coscienza accertandovi con il veterinario che non abbia dolore e poi assecondate tutto ciò che il vostro animale farà. Tornerà come un bambino lo imboccherete e se necessario lo pulirete se si farà tutto addosso, ma è il suo naturale modo di avvicinarsi alla fine. Apprezzerà anche in quei gesti il vostro prendersi cura di lui con amore e rispetto ed è una terapia per voi per apprezzare ogni istante con lui. Scoprirete che anche le cose strazianti e tristi ci arricchiscano e ci fanno amare ed apprezzare di più la vita e il regalo che è aver condiviso un lungo percorso con il vostro animale. 
La nascita e la morte sono le uniche certezze della vita, tutto quello che c'è in mezzo sta a noi renderlo un grande dono. È solo un fatto culturale aver etichettato la morte come un evento negativo, in realtà è una rinascita, solo che non è tangibile per noi, ma non per questo dobbiamo ignorarne il valore.
Artemide
Artemide e Trilli



L'animale sente che la sua morte, la possibilità di staccarsi emozionalmente da me, non dipende tanto da lui, ma piuttosto da quanto io sono in grado di lasciarlo andare.
Scrive Stefano Cattinelli, veterinario, nel suo libro Amici fino in fondo. www.stefanocattinelli.it
E afferma come il nostro continuo sperare che anche quando è visivamente alla fine, il nostro animale guarisca, non fa che trattenerlo alla vita trascinandosi.
Ricordiamoci che lui è telepaticamente legato a noi, lo è sempre stato e lo è ancora di più in questi momenti.
Questo libro è una utile guida per chi già pensa di accompagnare il proprio animale alla morte, sia perché denso di esperienza vissuta come veterinario e come uomo
amante degli animali. E sia perché dà delle indicazioni utili su come aiutarlo, per esempio con i Fiori di Bach e Californiani.
Con Martina ho usato Il rimedio Australiano Emergency, che è un po' il corrispettivo di Rescue Remedy dei Fiori di Bach. Una goccia sul capino ogni mezz'oretta 
e lo stesso a me per bocca. Ho anche acceso un incenso in casa ogni tanto e messo su della musica apposita che cambiava le vibrazioni emozionali.
Osservavo come durante questi riti la gatta si calmava notevolmente. E io con lei...
Cattinelli considera anche la possibilità di usare antidolorifici nel caso l'animale soffra visibilmente ma sostiene che non è così frequente che un animale abbia dei veri dolori fisici. Perlomeno la loro soglia del dolore è molto più alta della nostra.
La "puntura" invece è l'espressione di una delega. Ci sono pochi casi in cui proprio non ne si può fare a meno. Più spesso invece si decide di scaricare un peso, nascondendosi
dietro l'alibi che sia per "non farlo soffrire". Spesso l'amico umano dell'animale decide persino di stare lontano quando la puntura viene applicata. 
Proviamo invece a pensare cosa significa per il nostro amico di una vita stare lontano da noi proprio in quel momento...
I primi giorni in cui Martina ha cominciato a sporcare in casa senza più usare la cassetta ho avuto un senso forte di disagio, credevo che non fosse possibile accettarlo.
Poi io e il mio compagno abbiamo tolto tutti i tappeti, e per un lungo periodo, abbiamo raccolto tutto senza mai scomporci e tantomeno senza lanciare a Martina dei segni di disagio. Anzi, veniva sempre coccolata subito dopo.
Quando il nostro amico ci lascia si chiude un ciclo. C'è poco da disperarsi che sia durato 7 o 15 o 20 anni. Quando si conclude il suo cammino al nostro fianco è perché abbiamo raggiunto il livello di consapevolezza che anche grazie a lui abbiamo potuto raggiungere. Ogni nostro animale ci ha fatto da specchio nel bene e nel male. E se sappiamo 
leggere dietro i suoi comportamenti, magari anche caricati, possiamo riconoscere molte nostre paure e blocchi. 
Di questa e di altre riflessioni ho potuto fare tesoro in questi giorni, grazie ai libri e agli insegnamenti di Stefano Cattinelli ma grazie soprattutto alla mia esperienza diretta.
Un grazie di cuore all'Universo per tutti questi regali.

Flora

3 commenti:

  1. Non posso commentare perché rischierei di rovinare un gioiello. Ringrazio tantissimo, per questa condivisione profondissima di sentimenti così intimi in un'occasione così dolorosa.
    Io non ho animali, ma la morte ci incontra tutti indistintamente e non si ferma a guardare se stiamo eretti e sappiamo parlare o ci muoviamo su quattro zampe coperti di pelliccia. Tuttavia, ho riflettuto su quanto mi faccia paura la morte di qualcuno a me caro, e di come mi potrei comportare trascurando la cosa di cui si ha maggiormente bisogno, l'amore e l'accompagnamento verso un'altra dimensione.
    Grazie.

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    Risposte
    1. Loredana... ringrazio io te...
      Quando abbiamo fatto uno step e abbiamo meno paura della morte, ci rimane la difficoltà di dover essere forti e resistere alle insidie del "pensiero collettivo".
      Per questo secondo step ci devo ancora lavorare, perchè oltre alla malinconia per il vuoto che sento, devo ancora fronteggiare quelle voci che vogliono farti credere di non aver fatto tutto quello che potevi.
      È un duro lavoro diventare "disobbedienti" come intende Igor Sibaldi, ma ce la si può fare... Ringrazio la mia gatta anche per questo. Io e lei insieme siamo state disobbedienti fino alla fine :-)
      È bello che tu abbia risposto... grazie!
      Flora

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  2. Grazie Loredana! Sono felice sia stato per te uno spunto di riflessione. Come dice Flora la cosa più difficile è riuscire a smantellare quei dubbi e sensi di colpa insinuati anche dall'educazione che abbiamo ricevuto da bambini, radicata così tanto da interferire ed annebbiare i nuovi principi che ci siamo conquistati in un commino verso un'evoluzione dell'anima e del cuore. Grazie ancora!
    Artemide

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